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DESIGNSTORIES: CORTICO & NETOS


Ricardo

Professione: "Cortiço & Netos" Co-founder


Durante il nostro viaggio a Lisbona siamo andati alla scoperta di un luogo ed una storia fantastica lunga generazioni: Cortiço & Netos.

Uno store che vende al pubblico autentiche ed originali Azulejos, ma che, in realtà, nasconde una missione speciale: valorizzare una tradizione, portare avanti il duro lavoro iniziato dal nonno sessant’anni fa e catalogare le migliaia di piastrelle depositate in magazzino per ridargli un’identità storica.



Una storia affascinante, fatta di passione, fratellanza e determinazione, con l’obiettivo di ridare valore ad un oggetto che per almeno un decennio di storia aveva perso completamente valore e apprezzamento estetico.


Noi abbiamo avuto la fortuna di ascoltare dal vivo questa bellissima storia attraverso le parole di Ricardo (il più piccolo dei quatto fratelli) e con questa intervista speriamo di trasmettervi almeno un pochino della sua energia contaminante.



Come ti è venuta l'idea di questo progetto?


Possiamo dire che l’idea ci è venuta, quando io e i miei tre fratelli abbiamo ereditato le piastrelle da nostro nonno. Da una parte ci siamo sentiti responsabili nei confronti del suo lavoro, dall’altra ne abbiamo riconosciuto l’importanza e il valore culturale.

Quindi, invece di buttarle via, abbiamo deciso di tenerle.


Sapevamo che volevamo esporle e mostrarle al pubblico, ma sapevamo anche che per sopravvivere dovevamo venderle, così abbiamo iniziato a cercare uno spazio per aprire il negozio.



Puoi raccontarci la storia del negozio?


Nostro fratello João e sua moglie Inês hanno trovato il luogo in cui attualmente esiste il negozio.


Il disegno di base è stato realizzato da un altro fratello, Pedro. L’idea per la realizzazione degli scaffali è nata dopo aver visitato un luogo a Rio de Janeiro chiamato Cemitério dos Azulejos, o qualcosa di simile.

È un sistema che permetta alle persone di osservare le piastrelle nel dettaglio, toccarle, e immergersi in questa esperienza.


La configurazione del nostro negozio era diversa fino a qualche mese fa.

Al centro della stanza era posto un grande tavolo per svolgere il lavoro di ufficio. Più tardi però ci siamo resi conto che avevamo bisogno di più agio per preparare e lavorare le piastrelle (pulirle, preparare gli ordini, catalogarle), ma sopratutto per lasciare che le persone esplorassero il negozio e i suoi prodotti con facilità. Per questo recentemente abbiamo modificato la disposizione degli elementi d’arredo.



Cosa significa Azulejos per te?


Sento, soprattutto dopo aver aperto il negozio, che gli azulejos sono ovunque, che si tratti di un piccolo caffè, ristorante, farmacia, negozio, casa, facciate.


La loro ubiquità li rende, almeno per noi portoghesi, invisibili. Sono in un certo senso le pelli dei nostri edifici. La nostra stessa pelle. Siamo imbevuti di questo materiale e non ce ne accorgiamo nemmeno. È proprio per questo che sentiamo di doverli preservare e divulgare.



C'è ancora una richiesta di Azulejos in nuove costruzioni?


Fortunatamente sì. Apparentemente, tutto torna.


Queste piastrelle sono state considerate di cattivo gusto da metà degli anni ottanta per molti anni, oggi invece vengono nuovamente apprezzate.


Non c'è molta richiesta (nel nostro caso) per facciate o interi edifici, ma abbiamo molti clienti (portoghesi e stranieri) che vogliono usare le piastrelle nelle loro case solitamente nell’ambiente cucina e nei bagni. A volte però ci sono richieste per rivestire un intero muro con una sola tipologia di piastrella.



Cosa significa design per te?


Questa è una domanda difficile.


Penso che il design sia l'armonia tra forma e funzione.


Quando parliamo di piastrelle, la loro forma incorpora la loro funzione, dal momento che, oltre a mantenere i luoghi più freschi, non c'è molto per cui possano essere usati. Ovviamente, possono fungere da sottobicchieri, sotto pentola, piatti e taglieri. Tuttavia, il loro valore estetico è molto più importante della loro funzione.



Hai progetti futuri che puoi dirci?


Abbiamo desideri futuri. Vorremmo realizzare delle mostre, avere la nostra collezione nel Museo Nazionale delle Azulejos e in un futuro più lontano (considerato che oggi siamo molto occupati nella catalogazione e archiviazione delle stesse) speriamo di poter riprodurre le nostre piastrelle per creare delle collezioni!




English Version

How did you come up with the idea of this project?

I guess you could say that the idea came to us. When my brothers and I were left with the tiles we felt responsible towards our grandfather’s work but we also acknowledged that the tiles we had on our hands were very important culturally.

So, instead of throwing them all away, we decided to keep them.


We knew that we wanted to show the tiles, but we also knew that to survive we needed to sell them, so we started to look for a space to open up the store.



Can you tell us the story of the store?

Our brother João and his wife Inês found the place in which the store presently exists.


The basic design was made by other brother, Pedro. He told us that he had got the idea for the racks and shelves after visiting a place in Rio de Janeiro called Cemitério dos Azulejos, or something close, I can’t recall (a similar business of our grandfather’s), in which they use this sort of system. I guess it allows people to see the tiles in detail, even touch them, and at the same time feel captured by them, if you take a step back and just observe them.


Like I told you before the display of the store was different. We had a huge desk behind the counter to do some office work. However, after some time, we felt that we didn’t need that much space to do desk work, but we actually needed more to prepare the tiles (cleaning, glueing cork in their back, making trays, preparing orders) and even more to let people explore them at ease. Because of that, we’ve changed the counter to the present position and we feel that it more comfortable for clients to browse through them. There was also one or other tweak, concerning lighting.



What does Azulejos means for you?

I feel, especially after opening the store, that azulejos are everywhere, be it a small café, restaurant, pharmacy, store, someone’s house and, of course, all of our façades in Lisbon.


Their ubiquity renders them, at least to a portuguese, invisible. So, in a way, I feel that they are the skins of our buildings. Our own skin. We are imbued by this material and do not even realize it. It is exactly because of that, that we feel we need to preserve and divulge them.



Is there still a request of Azulejos in new constructions?

Luckily, yes. Apparently, everything comes back.


These tiles were deemed as tacky in the middle eighties and all through our time and now they’re being appreciated again.


There’s not that much demand (in our case) for façades or entire buildings (as construction companies who are working on those sorts of projects have to ask for reproductions of the old tiles), but we have lots of clients (portuguese and foreigners) that want to use our tiles in their new homes, usually patchworks in kitchens and/or bathrooms. It has also happened that people want to cover an entire wall with just one type of tile.



What's design means for you?

This is a difficult one.


I guess design means the harmony between form and function.


I think that when we talk about tiles, their form engulf their function, since that, apart from keeping places fresher, there is not much that they can be used for. Obviously, they can be coasters, trivets, plates and or chopping boards. However, their aesthetic value is usually much more important than its function. Whatever reverberates from their colours and forms seems to appeal to us.



Do you have future projects that you can tell us?


I guess we have future wishes. We would like to make exhibitions in the future, to have our collection in the National Tile Museum and in a more distant future (as for now we are very busy in simply cataloguing and storing everything) we hope to be able to reproduce our tiles and to create our own lines!



(immagini realizzate da © Ginger.Tall)


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