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DESIGNSTORIES: STUDIO F


Federico e Francesco

Professione: "Studio F" Co-founders



Un wood lab unico nel suo genere, che si occupa con dedizione di recuperare piante antiche e centenarie, dalle quali vengono prodotti elementi d’arredo su misura, installazioni e oggetti di design.



Un concept insolito, basato sul rispetto e la valorizzazione della materia prima che permette di offrire altissimi standard qualitativi.


Italianità, passione e dedizione pensiamo siano le parole migliori per esprimere il lavoro di Francesco e Federico, soci fondatori di Studio F; che hanno saputo creare un laboratorio giovane e dinamico in grado di innovare un lavoro tanto artigianale quanto radicato nel passato.



Alla base del vostro progetto c'è un processo e un principio molto forte e particolare. Ce lo raccontate?


Ricerchiamo e scegliamo piante centenarie perché rare e preziose, crescono lentamente e hanno sempre una storia da raccontare.

Questo è il principio del nostro studio e la prima parte del nostro processo creativo.



Ricercare e raccogliere tronchi antichi significa avere coscienza dell’esistenza di un ciclo, rispettarlo e portarlo avanti.


Significa selezionare e utilizzare ciò che si trova, senza sprechi.

Trasformare un gigante della natura in materiale da opera comporta tempo, rispetto e conoscenza: il legno è un materiale vivo e così va trattato.

Questo approccio ci garantisce una collezione di legni antichi da offrire a designer e architetti per progettare oggetti contemporanei con un materiale unico. Non facciamo limited edition o serie chiuse per scelta, ma perché è il materiale stesso che lo impone.



Qual'è stato il vostro percorso, cosa vi ha portato a creare Studio F?


Abbiamo aperto Studio F perché affascinati dal mondo del saper fare, della produzione industriale e artistica. Abbiamo iniziato con uno stage nella bottega di un artigiano. Lui non era un falegname ma un artigiano, un uomo dei giardini, non un giardiniere. Li progettava, li montava e ti spiegava come mantenerli. E così abbiamo visto passarci davanti i primi colossi che venivano abbattuti per diversi motivi e poi dimenticati. Qualcuno diventava legna per camini, ma non tutti i legni bruciano bene e così venivano abbandonati, trasformati in segatura o diretti al macero.


Lì, abbiamo intuito un potenziale inespresso. Appena abbiamo avuto l’occasione abbiamo comprato i primi colossi. Alcuni dei quali caduti perché colpiti da un fulmine: ancora oggi, le tavole più belle e particolari che abbiamo. Abbiamo fatto ricerca, quella che facciamo tutti i giorni e trovato la maniera di trattare questa materia.



Un’idea di arredo diversa, scultorea, unica, vera e personalizzabile. Così abbiamo aperto Studio F che non vuole essere una falegnameria in senso tradizionale, ma un luogo in cui lo studio e la ricerca sulla materia con il cliente e con i fornitori siano sostanziali.


Sperimentiamo lavorazioni e finiture diverse, interpretando ogni volta la materia, le sue forme naturali e le venature di ogni tavola.



I legni che trattate sono molto diversi rispetto a quelli che si possono trovare su larga scala sul mercato. Cosa li differenzia?


L’unicità e la grande eterogeneità che contraddistingue ogni pianta. Quando raccogliamo un tronco quasi sempre ha un età di almeno 100/150 anni è cresciuto lentamente e si è formato sul luogo dove è nato: ne ha assorbito le caratteristiche e le ha rese proprie. Colori, profumi, venature, forme e dimensioni non sono mai uguali. Queste caratteristiche le troviamo al suo interno, basta saperle leggere.



Tra le venature si vedono i segni del clima, la forma parla dei cambiamenti del territorio e degli interventi dell’uomo. A volte troviamo all’interno vecchi chiodi di un cartello appeso o pezzi di proiettili di qualcuno andato a caccia. I colori al suo interno raccontano le sue peripezie: malattie superate o parassiti sconfitti, fulmini che l’hanno colpito. Fori, buchi e crepe possono essere potenziali case di altri animali che lo usavano per ripararsi.


Questi sono solo degli esempi delle caratteristiche eterogenee che ogni pianta possiede.

Esistono arbusti divenuti tronchi che non sono molto grandi, pur avendo più di 300 anni. Altri tronchi più giovani invece arrivano a più di 25 metri di altezza e con diametri che superano il metro e cinquanta: veri e propri colossi maestosi.



Ci date una definizione di "spazio" dal vostro punto di vista?


Lo spazio per noi è dimensione e forma, è una realtà in cui elementi diversi dialogano tra loro e con noi che lo viviamo. Siamo abituati a occupare lo spazio con oggetti scultorei, che spesso diventano protagonisti dell’ambiente.


Molte volte i colori e i profumi dei nostri legni centenari mettono da parte le dimensioni e il peso dell’oggetto, stimolando nei nostri clienti delle sensazioni che solo questo tipo di materia può fare. Per noi questo rappresenta sempre una grande soddisfazione.


Cosa vi ispira nel realizzare i vostri prodotti?


Sicuramente il fascino e l’adrenalina che comporta lavorare un materiale così prezioso e pregiato.


Noi facciamo ricerca, sperimentiamo continuamente nuove finiture e soluzioni, amiamo ispirarci in questo campo dalle lavorazioni industriali e dai processi produttivi di alcuni artisti.


Sono contaminazioni che si traducono in texture, ossidazioni, pigmentazioni, finiture e materiali che entrano a far parte dell’oggetto finito, lo personalizzano e lo fanno dialogare con l’ambiente di riferimento. In più non essendo architetti e designer l’ispirazione viene anche dal lavoro che facciamo passo a passo con professionisti che si prendono carico del design e con i quali co-progettiamo gli esecutivi per poterli eseguire sulla materia.



Il progetto realizzato di cui andate più fieri?


Sono due i progetti di cui andiamo più fieri. Il primo progetto è Velasca, uno dei dodici souvenir di Milano presentati al Brera Design Apartment per la Design Week 2018. Abituati e impostati per produrre grandi arredi, grazie alla designer Raffaella Guidobono, siamo stati chiamati a produrre qualcosa di piccolo e dal carattere pop.



Il secondo progetto invece è una villa al mare progettata dall’architetto Sannella, director dello studio di architettura MYGG. In questo caso, nonostante fossimo all’inizio della nostra carriera, il committente e l’architetto ci hanno dato fiducia e abbiamo costruito per loro alcuni pezzi di arredamento fondamentali al carattere della casa. Uno in particolare, il tavolo da pranzo scultoreo regna sovrano nell’ambiente principale.


Se non si fosse capito dal logo, noi amiamo fare tavoli.



Prossimi progetti sui quali state lavorando?


Stiamo lavorando a diverse collaborazioni, con professionisti che ci hanno affidato degli arredi d’interni bespoke per i loro progetti, con piattaforme on-line di design che desiderano una collezione in esclusiva per loro e con il nostro primo gallerista che grazie alle sue richieste stimola la nostra curiosità e ci da l’opportunità di sperimentare.





(immagini realizzate da © Ginger.Tall)


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